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    lunedì, 26.03.2012

    In questo inverno oramai agli sgoccioli, bisogna cercare di sfruttare al meglio le piccole perturbazioni che passando rilasciano un po’ della nostra amata polverella. Così è successo questo lunedì, il brutto tempo ha depositato una quarantina di centimetri di nuova neve e l’occasione di fare scivolare le solette su della nuova farina non andava assolutamente persa.

    La stessa idea però l’ha avuta anche un sacco di altra gente, così martedì mattina il Cantiere, che quest’anno è uno dei pochi posti dove si può sciare abbastanza tranquillamente senza rischiare di rovinare troppo gli sci, è stato letteralmente preso d’assalto, un invasione di cavallette pronte a tritare tutto il tritabile. Abbiamo sciato tutto il giorno senza fermarci un attimo, sempre alla ricerca di nuove linee non ancora tracciate, una giornata memorabile in questo triste inverno a causa delle scarse precipitazioni.

    Mercoledì mattina il clima al piazzale degli ovetti sembra più rilassato, quindi con calma ci dirigiamo verso il Presena, lo sguardo corre verso il passo Castellaccio e il canale del Dito, nessuno ha ancora pensato di fare un giro da quelle parti, quindi messe le pelli sotto gli sci facciamo il breve traverso verso il famoso canale. L’ingresso è un po’ magro, viste le scarse precipitazioni di quest’inverno, addirittura quasi verticali i primi sette-otto metri, dopo una breve calata, riordinato il materiale nello zaino siamo pronti a fare le prime curve. All’inizio il canale è un po’ stretto sempre a causa della poca neve, ma la qualità di quest’ultima è ottima, faccio la sciata più bella di questa stagione e lo scendo fermandomi un paio di volte a aspettare il compagno e a godere delle curve appena fatte. Purtroppo alla fine del canale non si riesce a scendere il bellissimo pendio verso la stazione intermedia della cabinovia Ponte- Tonale, quindi facciamo il lungo traverso a destra verso la pista Paradiso che ci riporta alla partenza degli ovetti. Abbiamo ancora il tempo per fare un altro giro nel Cantiere, e malgrado l’invasione del giorno prima riusciamo a trovare ancora un pendio dove non era ancora passato nessuno, la ciliegina sulla torta di questa bella giornata.

    Finiamo la tre giorni con un giro verso il Pisgana, classica gita, che con la lunga discesa di oltre 1500 metri di dislivello è un must per gli scialpinisti. La discesa verso il Mandrone si svolge su crosta portante, visto il grande caldo delle giornata precedenti, facendo molta attenzione ai numerosi sassi scoperti, mettiamo le pelli e ci dirigiamo verso i Corni di Bedole, accesso più veloce per il Pisgana, arrivati al colle però decidiamo di scendere dal Pisganino, visto che il sole ha già lavorato il pendio e la polvere che cercavamo si era già trasformata. La prima parte della discesa è entusiasmante, neve leggera e veloce, peccato che duri poco e un po’ prima del famoso canalino la neve ritorni a essere crostosa, con calma raggiungiamo le prese d’acqua e la stradina che ci riporta verso Ponte di Legno. Adesso è ora di andare un po’ a scalare..